Si presenta ufficialmente il nuovo allenatore della Ternana, Luigi De Canio, accompagnato dal presidente Stefano Ranucci, che inizia a parlare: "Volevo ringraziare il patron per le parole spese ieri nei miei confronti. Chi mi conosce sa che ho un brutto difetto, che mi piace lavorare tanto, anche per rispondere a chi voleva andare a Chi l'ha visto? per trovarmi. Durante la settimana lavoro da casa, con grande sofferenza, perchè vorrei essere qui, come prima delle complicazioni, e qui mi associo ai ringraziamenti perchè è venuto a casa. Questo mi ha permesso di scoprire un feeling particolare con mister De Canio, e debbo dire che ho avuto la possibilità di conoscere una persona fantastica. Non spenderei altre parole, vi dico solo che nel pomeriggio, alle 16:30 tratteremo la convenzione dello stadio e di alcuni contenziosi nati con la gestione precedente. A adesso, benvenuto mister!".
Mister, cosa l'ha convinta ad accettare?
"Qualche giorno fa ho letto un'intervista di Bandecchi che diceva che sognava la Serie A e che si trovava a lottare per non retrocedere, mettendoci sempre la faccia. Poca gente si assume la responsabilità dei propri errori, e ho capito che era una persona per bene. Poi mi è arrivata la telefonata del presidente Ranucci, che ha usato parole che solo le persone per bene possono usare, e ho capito di essere in un ambiente giusto, dove si può programmare e fare bene per il futuro. Poi Terni è una piazza importante, con un passato prestigioso, e partecipare a questa impresa mi faceva piacere. Se qualcuno legge la mia storia, io ho fatto tutte le categorie, quello che ho me lo sono guadagnato con le imprese impossibili: questa della Ternana è una sfida difficile, stimolante dal punto di vista professionale e anche per l'ego smisurato che noi allenatori abbiamo".
Quali garanzie ha chiesto alla società, oltre al contratto triennale? Invece, presidente, è vero che Albadoro e Varone hanno rifiutato la rescissione?
Ranucci: "Non mi risulta, ma comunque dovrebbe deciderlo il mister, che è qui da ieri".
De Canio: "C'è una sola garanzia: tutti posso sbagliare, ognuno di noi può farlo. Questa società magari non è espertissima di calcio, ma sono persone serie, e questa per me è la migliore garanzia. Io non sono uno con la bacchetta magica, non si prendono decisioni a vanvera. Ho una buona conoscenza della squadra, e per simpatia per quanto successo anche l'anno scorso ho deciso di seguire la Ternana, ma prima di prendere una decisione bisogna conoscere bene l'ambiente. Le garanzie sono la condivisione progettuale e la disponibilità della società ad intervenire in qualsiasi settore laddove ci sia la necessità. I nostri interessi coincidono, l'onestà e la correttezza mi sembrano imprescindibili, per il resto affronteremo tutto giorno per giorno".
Lei manca dalla Serie B da un po' di tempo: è un rimettersi in gioco questo?
"Se vogliamo metterla così si. Ma a me piace il calcio, non ricerco visibilità, ho avuto anche qualche altra occasione. Ma io sono famoso per aver strappato qualche contratto, come a Lecce, dove ho buttato un contratto di cinque anni. A me piace stare sul campo, trasmettere e ricevere qualcosa, perchè il calcio è passione e sentimento, il calcio è la cosa più seria delle cose meno serie. Poi qui siamo a Terni, ed è una città con tanta storia calcistica".
Qui si viene da sconfitte, delusione, contestazioni... Dove ci mettiamo le mani?
"Dappertutto. Intanto però credo che i grandi risultati si conquistino sempre insieme, con la partecipazione dei tifosi, che è importantissima, e su questo siamo abbastanza bene, ma anche con quella dei giornalisti, con la forza di sottolineare le cose belle e quelle meno belle ma sempre in maniera costruttiva. Se tutti riusciamo a metterci del nostro, credo che tutti potremmo fare bene. Un po' dappertutto c'è qualcosa da fre, ma le cose le facciamo insieme con la collaborazione. E' un'impresa difficile, ma non disperata".
Lei a Lecce era davvero un plenipotenziario?
"No no, poi nascono le leggende. E' vero che a Lecce avevano deciso di rinunciare alla figura del ds, e in ogni società l'allenatore è sempre coinvolto nelle scelte tecniche. Io ho solo risposto alle esigenze della società. L'unica cosa è che se io ci metto la faccia, voglio essere coinvolto nelle scelte della società, visto che poi me ne assumo la responsabilità. Credo solo che l'allenatore abbia il diritto e il dovere di costruire la squadra, ma io sono appena arrivato e il mercato è finito".
Ma è davvero finito il mercato?
"Dal momento in cui ci siamo stretti la mano, sono diventato allenatore della Ternana. Poi io sono sicuro che qualsiasi cosa si penserà di fare nell'interesse della squadra si farà, ma deve essere un qualcosa di utile, e credo che queste cose spettino all'allenatore. Io ho fiducia in questi ragazzi, mi sembrano bravi e mi sembra una buona squadra, che giochi bene e che faccia gol con facilità, anche se ne prende troppi. Poi bisogna conoscerli, conoscerne la situazione psicologica, e bisogna farlo nel minor tempo possibile. Ma sul mercato degli svincolati dovremmo trovare persone che condividono la nostra stessa mentalità, bisogna vedere in che condizione si trovano i giocatori, bisogna considerare molti aspetti: appesantire bilancio e spogliatoio non so quanto possa essere utile se poi questi giocatori non possono tornare utili".
Quali e quante sono le persone del suo staff?
"Io ho un gruppo di persone, ma alcuni sono già impegnati in altre situazioni. Intanto ho chiesto di valutare alcuni collaboratori che sono già all'interno, e al momento ho solo Filippo Orlando e Giovanni Petralia, collaboratore tecnico e preparatore atletico. Come preparatore dei portieri tornerà Paolo Gobattoni e come collaboratore tecnico ci sarà ancora Roberto Borrello".
Uno dei problemi della Ternana sono i gol subiti, mancano solo due giorni alla partita col Bari: come pensa di mettere mano a questo problema?
"Se sapessi che con un modulo potremmo non prendere più gol, sarebbe un problema risolto. E' la prima volta che trovo una squadra in ultima posizione che fa tanti gol, ma ne subisce tanti. Secondo l'equazione, se subisci tanti gol c'è un problema di equilibrio, magari legato ad una tipologia di lavoro, alla cura di alcuni aspetti e meno di altri. Devo parlare coi calciatori, e devo valutare la condizione psicologica, perchè quando i risultati non vengono può esserci un calo della fiducia. Qualcosa faremo".
Lei ha una serie di record positivi: un allenatore ocn un curriculum intonso, si rimette in gioco col fanalino di coda in B. Grande fiducia nella società e piazza importante, ma immagino che lei abbia buona fiducia di riuscire in un'impresa complicata. E quanto le complica i piani avere due partite così ravvicinate?
"Prima c'erano altri professionisti a lavorare, non possono rimproverare il pres per avermi chiamato tardi (ride N.d.R). Queste situazioni non si scelgono, ma il campo è molto più importante della categoria. Se il mio curriculum è questo, questa è una sfida che mi entusiasma e che va bene: sicuramente riceverò più cose belle che brutte. Poi sapere di poter lavorare ad un'idea che nel tempo può essere vincente, è molto più utile e bello di quello che potrebbe succedere nell'immediato. Non fasciamoci la testa, è difficile, ma credo che potremmo fare questo piccolo miracolo".
In caso di retrocessione, lei è l'uomo giusto per la risalita, dice il patron...
"Queste sono le cose che mi hanno convinto".
Firma della convenzione oggi?
"Alle 16:30 - dice Ranucci - ritireremo la convenzione firmata".
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