Per commentare il mercato della Ternana abbiamo sentito al telefono Luca Marchetti, giornalista Sky, che proprio di calciomercato si occupa sulla tv satellitare.
Come valuti allora il mercato rossoverde?
“Molto buono. E non solo per la qualità e la quantità dei giocatori arrivati. Non solo perché la rosa che ora ha a disposizione Toscano è completa e non sembra – almeno sulla carta – avere buchi. Ma soprattutto perché il lavoro è stato svolto in meno di un mese. Con grande lucidità, senza frenesia nonostante il vincolo determinato dalla proprietà di non sforare il salary cap. Bisogna fare i complimenti ad Acri. E bisogna avere il coraggio di farglieli ora, prima che inizi il campionato. E’ chiaro che poi sarà il campo a decidere se gli acquisti saranno “azzeccati” o meno. Ma giudicare dopo è troppo facile!”
Quindi ritieni scontata la permanenza di Acri?
“La ritengo doverosa. Intanto perché è giusto che un direttore segua la squadra che ha costruito durante la stagione. Ma soprattutto perché la conferma se l’è stra-meritata sul campo, anzi sulla scrivania. Ripeto: ha avuto un mese per pianificare e realizzare la sua campagna acquisti. Conosco Acri da 10 anni, da quando era arrivato alla Ternana la prima volta, e il nostro rapporto è stato all’inizio burrascoso. Ma generalmente i rapporti solidi nascono così: e infatti ho avuto modo di apprezzarlo durante la sua carriera in giro per l’Italia, anche nei momenti in cui i riflettori non erano per lui. E’ sempre stato un grandissimo lavoratore, con tantissime idee anche fuori dall’ambito lavorativo. Io – dopo l’allontanamento di Cozzella – quando ho saputo che sarebbe stato lui il ds rossoverde ero sicuro che avrebbe lavorato tanto e bene. Anche per riscattare quella stagione a cui facevo riferimento, che era finita con la retrocessione della Ternana. E’ evidente che ha un modus operandi diverso da Cozzella, le differenze sono sotto gli occhi di tutti. E traspare da questo primo mese di lavoro tutta la personalità di Acri: la voglia di fare, la serietà, la determinazione”
Ma la Ternana dove può arrivare allora? Quest’anno si sogna? Hai detto mercato molto buono...
“Io ho detto mercato ottimo perché a mio avvisto, con il tempo e le risorse economiche a disposizione non era facile fare di più. Ci sono squadre che hanno speso molto di più della Ternana e che hanno una rosa (almeno sulla carta) decisamente più forte come Cagliari, Cesena e Bari, per esempio. Credo però che la Ternana possa fare un buon campionato. Ogni anno però fare pronostici in B sembra impossibile. Ci sono sorprese, delusioni. La B è un campionato strano, stranissimo. Lungo, interminabile. Conta tutto. Conta l’allenatore: e la Ternana ha un ottimo allenatore. Conta il gruppo: e questo alla Ternana è stato costruito all’ultimo. Conta la fortuna: che negli ultimi anni non ci ha accompagnato volentieri. Ma ci sono le basi innanzi tutto per non soffrire e questo è già importante, viste le premesse della stagione. Poi quello che verrà lo deciderà il campo. Io non parlerei di playoff: ricordiamoci come era partita la stagione a Norcia. Mi aspetto di trovare in campo però una squadra determinata, rabbiosa, solida e con la giusta qualità per reggere la categoria. Poi l’appetito vien mangiando”
A proposito dell’inizio di stagione, cosa ne pensi di quel mese di immobilismo e dell’atteggiamento della proprietà?
“Eravamo tutti scettici, inutile negarlo. L’ho detto anche pubblicamente e molte scelte non erano comprensibili. Su alcune cose continuo a non essere d’accordo. Ma bisogna dare atto alla famiglia Longarini e a Simone nello specifico, che aveva chiesto di avere pazienza e fiducia, che le cose sarebbero andate preso per il verso giusto. Magari ci è voluto più tempo del previsto ma il risultato finale, visto oggi, è sicuramente soddisfacente. I tifosi avrebbero preferito non viverlo quel mese, ripeto, ci sono state cose che forse potevano essere gestite diversamente (faccio riferimento alla comunicazione di alcune linee direttive). Ma alla fine bisogna essere concreti e guardare i fatti senza pregiudizi: il lavoro è stato svolto in maniera poco ortodossa, ma alla fine il risultato è soddisfacente".
Ti aspettavi che rimanesse Avenatti?
"No, ti dico la verità. Credevo andasse via. C'erano problemi di pagamenti, il suo entourage mi sembrava molto determinato e la confusione di inizio stagione non ha certo dato una mano per chiarire i rapporti. Invece con l'andar del tempo la situazione si è normalizzata. Ora mi aspetto che però Felipe faccia la differenza. Il mercato è chiuso e non ci devono essere distrazioni: lui stesso deve capire che il suo futuro (che io credo possa essere importante) passi proprio da questa stagione. Se fa bene si conferma da serie A. E allora dic: meglio un anno da protagonista con la maglia della Ternana che uno da panchinaro nel Cagliari o nel Frosinone".
L'errore di questo mercato?
"La mancata conferma di Fazio. Era il capitano. Non è un fuoriclasse, ma in questi anni con la maglia rossoverde ha dato tutto, ha Terni nel cuore. Ha sposato una ternana, la figlia Sophia è nata a Terni. Avrebbe accettato di rimanere anche a condizioni inferiori. Ma nessuno lo ha chiamato. Il destino ha voluto che la sua prima con la nuova maglia sia proprio contro la Ternana: per lui credo sarà un'emozione particolare"
Aggiungiamo una domanda. L'ultima...
Una curiosità sul mercato rossoverde? Tu che lo vivi da vicino?
"Ti posso dire che all'ultimo giorno di mercato Zanon stava per saltare e Acri aveva praticamente preso Salviato a 40 minuti dalla fine del mercato. Poi il giocatore che spingeva da una parte e l'ottimo rapporto fra il Acri e Giannitti hanno permesso di ricucire lo strappo e Zanon ora è a Terni. Peraltro il ds rossoverde lo conosce benissimo visto che lo ha preso anche a Pescara nell'anno della promozione in A"
Autore: Federico Camilli / Twitter: @fedecam1908
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