Se segui l’Unicusano Ternana e il tuo allenatore è Sandro Pochesci, non puoi certo pensare di annoiarti e di non provare, ogni volta, emozioni da batticuore: la partita di sabato, quel 4-2 sull’altalena contro lo Spezia, ne è l’ennesima riprova. Ma è lo stesso Pochesci, del resto, a essere un concentrato di adrenalina. "Lo 0-2 iniziale, la rimonta, l’espulsione… io vivo di emozioni vere, magari sapessi ­ fingere e non avessi sentimenti…" confessa il tecnico delle Fere in una intervista a Radio Cusano Campus.

E poi torna a commentare un match in cui ancora una volta i rossoverdi hanno cambiato più volte pelle e faccia. "Tanta gente pensa che nel calcio esiste un modulo e solo quello – dice invece in tante partite, per aggiustarle, controllarle o vincerle ho dovuto cambiare anche 4 moduli… perché la partita è fatta di tanti momenti, ma ci sono solo 4-5 minuti decisivi, e in quei 4-5 minuti devi farti trovare pronto".

Sabato, al ­ fischio d’inizio, l’Unicusano Ternana non era pronta affatto. "Siamo partiti da incubo, come al solito: io penso che nessuno scommetta più sul fatto che la Ternana nei primi 10’ non prenda gol, ma stavolta ci siamo superati, prendere gol dopo 34” è fantastico – scherza Pochesci - Ho detto al presidente Ranucci che mi servono quei collarini con la scossa, così per i primi 10 minuti glieli metto a 200 volt e i ragazzi stanno più attenti".

CAMBI IN CORSA. Eppure poi, messo a punto qualche accorgimento, il match è cambiato completamente. "Questa squadra non ­ finisce mai di stupire, come a Cremona dove siamo andati 3-1, poi siamo stati raggiunti sul 3-3, e abbiamo rischiato sia di prendere che di fare il 4-3. Tanti parleranno di equilibrio ma non è una questione di equilibrio, è una questione di mentalità. Guardate sabato sera la Roma: quando ha avuto paura del Napoli ha preso gol, se lo è fatto quasi da solo; quando ha alzato il baricentro invece ha messo in diffcoltà il Napoli. Quando già parti pensando di essere battuto, poi alla ­ ne perdi. Lo sto vedendo anche in Serie B in queste giornate: ci sono tante rimonte perché all’inizio c’è tanta paura, poi le squadre si sbloccano e si ribaltano i risultati. E’ un campionato pazzo, è forse la bellezza di un calcio italiano che deve credere di più nei propri mezzi e aspettare di meno quello che fanno gli altri, c’è troppa tattica".

PUBBLICO UNICO. Sabato il Liberati era una piccola bolgia, e ha trascinato l’Unicusano Ternana verso un’impresa che già dopo pochi minuti sembrava impossibile: "Non ­ finirò mai di ringraziare i tifosi ma non stiamo facendo ancora niente, meritano molto di più – ammette Sandro Pochesci - Ci sono generazioni e generazioni che vengono alla stadio, c’è il nonno di 80 anni col nipotino di 5 anni, che ti racconta di quando la Ternana era in serie A 40 anni fa. Qui a Terni vivono di calcio, per loro la partita è un momento di rivalsa su tanti problemi che ha la città di Terni o l’Umbria, per loro è tutto". E allora "noi dobbiamo fare molto di più e la società se n’è accorta perché quando entri al Liberati è un’emozione, specie quando abbiamo la fortuna di fare gol. E’ qualcosa che non esiste al mondo".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 ottobre 2017 alle 10:00
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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