11 partite senza vincere fuori casa, 4 consecutive senza segnare. Forse in questi numeri si può spiegare la gara di oggi contro il Genoa. Perché ai numeri difficilmente si mente. E contro chi sta facendo come il Frosinone, in questa serie B, contro chi non subisce mai gol in casa (sotto la guida di Gilardino) sarebbe servita un’impresa.
Non è riuscita. Perché il Genoa è forte, ha grandi individualità, grande corsa e grande personalità. La Ternana non ha sfigurato, va detto. Anzi ce l’ha messa tutta. E’ rimasta in partita fino alla fine e la partita è stata decisa da una grave disattenzione della difesa che poi ha condizionato il risultato finale.
Lucarelli aveva provato a studiarla così: difesa bassa, non concedere occasioni al Genoa per poi cercare di far male in contropiede (con Falletti e Partipilo) oppure su calcio piazzato. Ha funzionato a metà: sia in attacco che in difesa. Della difesa abbiamo detto: l’errore è stato pagato a caro prezzo, ma l’errore rimane grave. Non si può lasciare un avversario solo in area piccola. Ed è un errore di reparto, non di un singolo individuo. Fa ancora più male perché poi nel resto degli 89 minuti quella attenzione c’è stata. Sempre. La Ternana non ha praticamente mai più sbandato e quando lo ha fatto c’è sempre stato un grande recupero (o di Diakité o di Mantovani o di Di Tacchio). Questo era quello che voleva Lucarelli, ma non bisognava mai sbagliare, almeno non così tanto. E invece è successo.
Come bisognava capitalizzare le poche occasioni che avremmo creato. Coulibaly ha avuto una palla d’oro sul suo destro e non è riuscito ad inquadrare la porta. Ci hanno provato Partipilo con un paio di conclusioni da fuori, Palumbo con qualche giocata delle sue. Ma anche con i cambi e con il cambio di sistema di gioco a parte alzare il baricentro non è successo molto. Merito del Genoa, sempre molto accorto. Ecco perché bisognava essere chirurgici. E non aiuta - chiaramente - il momento non particolarmente felice di Falletti (eufemismo) e Partipilo (che in realtà sta dando ampi segnali di crescita). La Ternana ha bisogno di loro come ha bisogno di Donnarumma (appena rientrato) e Favilli (ancora ai box).
Nel primo tempo soprattutto il centrocampo del Genoa ha mangiato quello della Ternana. Esperienza, fisicità, corsa, qualità. E’ lì che il Genoa ha provato a vincere la sua partita. Con la consapevolezza.
E’ una Ternana ancora convalescente, che sta cercando le sue certezze ma che avrebbe bisogno di un aiuto anche esterno. Ma qui - se vogliamo rifugiarci nei proverbi - aiutati che Dio ti aiuta. Ci vuole la zampata, il colpo di genio.
Era la partita forse più difficile dove trovarlo. Di fronte a uno stadio praticamente pieno, contro una squadra in palla… andare a cercare punti sarebbe stata un’impresa straordinaria, per questa Ternana.
Ha ragione Lucarelli quando dice che la Ternana dell’andata è stata criticata troppo per la sconfitta. Non era meritata. Era forse un altro Genoa, era certamente un’altra Ternana. Con più consapevolezze che nel corso della stagione si sono sgretolate. E ora - pur giocando una gara pulita e ordinata - non basta. Non basta perché se si vuole inseguire la A serve un colpo a sorpresa. Troppo importante poter recuperare i vari giocatori che per un motivo o per un altro non riescono ad incidere. E’ questo il momento in cui si indirizzano i campionato. Si era parlato della partita della svolta prima di Benevento. Ora la Ternana è attesa da un altro grande ostacolo: il Bari.
Le basi per poter fare il colpaccio ci sono. Manca “solo” l’ultimo metro.
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