Da giovedì scorso (vedi comunicato di Simone Longarini sulla volontà personale e della sua famiglia di passare la mano) la Ternana Calcio è in vendita. A disposizione di un eventuale acquirente ci sono le quote libere del pacchetto azionario rossoverde, pari al 70,798 % del totale. Infatti il sequestro giudiziario (a quanto pare ancora vigente) riguarda il 51% delle quote di “Sviluppo Editoriale”, mentre il restante 49% è controllato da “Esperia Servizi Fiduciari”. A sua volta “Sviluppo Editoriale” possiede il 57,26% delle azioni del club rossoverde, mentre il restante 42,74% appartiene direttamente al patron di Tolentino. Da oltre 7 anni, ossia dal 20 aprile 2010, le quote sotto sequestro sono custodite dal commercialista romano Costantino Franci. E considerando le varie suddivisioni azionarie tali quote sono pari al 29,202 % del totale. Secondo l’avvocato ternano Massimo Proietti, incaricato di curare la cessione della società, il sequestro giudiziario non ostacolerebbe in alcun modo la cessione delle altre azioni. E in ogni caso controllare la maggioranza del pacchetto azionario garantirebbe alla nuova proprietà piena operatività. Ma restano sul tavolo alcuni interrogativi. Primo, quando e come potrebbero essere sbloccate le quote ancora sotto sequestro, ossia con quali modalità e con quale tempistica? Secondo, l’eventuale non iscrizione della Ternana Calcio al prossimo torneo cadetto (possibile in caso di mancata cessione del club, salvo improbabili ripensamenti in extremis degli attuali proprietari) potrebbe avere ripercussioni sul valore di tali quote? In caso affermativo di quale tipo? E come sarebbe possibile evitarle? In altri termini, l’eventuale scomparsa della società rossoverde dal calcio professionistico (peraltro senza precedenti a livello di serie B in assenza di masse debitorie, vedi ad esempio caso Parma) potrebbe innescare delle conseguenze? E di quale natura? 

Sezione: Rassegna stampa / Data: Dom 28 maggio 2017 alle 10:00
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
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