“E’ un premio che dedico alla mia famiglia ed alle persone che mi sono state sempre vicine. A mia madre, che non c’è più. Mi ha sempre chiesto perché avessi scelto questo lavoro anziché insegnare all’Universita’. Perché proprio il procuratore, il calcio. Ecco: per momenti come questo che obiettivamente sono enormemente gratificanti”
Così Luca Urbani, ternano doc, il giorno dopo aver ritirato il premio come miglior procuratore della passata stagione (18/19) per quanto riguarda la Serie B. Un riconoscimento importante per lui, un riconoscimento importante anche per Terni, in senso lato. Avere un concittadino (anzi, un amico!) a cui viene riconosciuto pubblicamente il proprio lavoro è sicuramente motivo di orgoglio.
“E’ la passione che ci muove, è la passione che ho sempre avuto per il calcio che mi ha spinto a continuare a fare questo lavoro e ad arrivare a farne una vera e propria professione”
E ora che sei il migliore della B cosa si prova?
“Non mettermi in difficoltà, perché sai benissimo che io non amo farmi pubblicità, non mi piace mettermi in mostra”.
Beh sarai contento, almeno…
“Certo che sì, sono orgoglioso. Ma il mio sguardo è sempre rivolto al futuro, a quello che succederà domani”.
Luca Urbani, ha iniziato a fare il procuratore ormai 21 anni fa, insieme a Canovi e Lattuca. Per poi continuare da solo 10 anni fa. Un lavoro lontano da quello che siamo abituati a vedere in tv o a leggere sui giornali. Tanti chilometri sì ma in macchina (non con i voli privati), per continuare ad essere aggiornato su tutto il calcio italiano. Campetti anche di periferia, piuttosto che grandi eventi. Una grande attenzione al rapporto umano, al rapporto vis a vis con i propri “assistiti” (anche se lui non ama chiamarli così). Il lavoro di un artigiano, appassionato del proprio lavoro, innamorato del calcio in ogni sua sfaccettatura.
Il premio arriva dopo aver aiutato nel trasferimento Castiglia dalla Pro Vercelli alla Salernitana, Ghiringhelli al Cittadella e soprattutto il gioiellino Varnier dal Cittadella all’Atalanta per 5 milioni di euro.
Luca non ha peli sulla lingua, dice sempre quello che pensa. Che l’interlocutore sia Spalletti (come è successo ieri sera sul palco) o un amico di vecchia data, come ai tempi della Serenissima al viale Brin, quando era portiere (e capitano). Ha studiato Luca: laureato in lettere. Ha una chat con i suoi colleghi/amici in cui sottolinea gli strafalcioni nel mondo del calcio per continuare a sorridere del proprio mondo. Sa ridere, ma prendersi sul serio. Sa fare le imitazioni di qualche direttore sportivo e sa come si rompe il ghiaccio. Non interpreta il suo ruolo come un nemico della società: ma i suoi ragazzi sono i suoi ragazzi. Ai quali però va sempre detta la verità, soprattutto quando le cose non vanno bene. E da sempre ha avuto un rapporto viscerale con la Ternana…
“Beh ti dico solo che con l’amico Paolo Tagliavento ho giocato insieme nelle giovanili e che a Cesena, quando il ‘giovane’ Leone ha sbagliato il calcio di rigore che ci ha permesso di salire in C, ho fatto invasione di campo. E che ogni 11 giugno, ancor prima che Luca venisse a lavorare a Terni, gli mandavo il link della partita con il commento di Galileo per ricordargli quel giorno…”
E da tifoso come vedi il campionato della Ternana: ce la può fare ad essere promossa direttamente?
“Bisogna essere obiettivi: al momento la Ternana è più vicina al Potenza, quinta posizione, che alla Reggina, prima. Quindi ritengo che lunedì sia un autentico spartiacque del campionato. La Ternana, se vuole continuare a coltivare sogni di promozione diretta, deve assolutamente vincere”
Ce la può fare secondo te?
“In una partita può succedere di tutto. Ma questa Ternana nel corso della stagione mi ha sempre dato la sensazione di essere una squadra che gioca bene, con un ottimo palleggio ma poco cinismo. Sia in attacco che in difesa. Mi spiego meglio: quando ha fatto delle gare in avanti (belle e divertenti) ha ballato dietro, ora che invece prende molti meno gol ha più difficoltà a segnare. E’ il classico gioco della coperta corta: ecco, la Ternana ha la sindrome della “coperta corta”
Quanto pesa il pareggio contro la Sicula Leonzio nell’economia del campionato nel breve periodo?
“Per me pesa di più il pareggio contro il Monopoli. Lì potevamo davvero mettere pressione alla Reggina, ma capisco che era una gara più difficile. I campionati si vincono contro le piccole: se pensi che con le vittorie (in casa) contro Avellino, Casertana e Sicula la Ternana avrebbe avuto 8 punti in più e sarebbe stata alla pari con la Reggina… è un discorso ormai superato, lo so… ma ti dà la dimensione di quanto sia importante ogni gara. Paradossalmente più degli scontri diretti… anche se stavolta bisogna davvero vincere”
Per chiudere in futuro dove si vede Luca Urbani? Sempre a fare il procuratore, sempre nel calcio?
“Sempre nel calcio, è la mia linfa vitale. Il mio sogno nel cassetto? Un giorno vorrei essere il direttore sportivo della squadra del mio cuore, la Ternana...Non ho fretta e, naturalmente, non voglio rubare il posto a nessuno! Luca Leone è un bravo ds, ma è soprattutto un amico! Se e quando il destino vorrà, mi piacerebbe lavorare per la “mia” squadra. Per il momento, sono a completa disposizione qualora ci fossero miei giocatori di interesse per la società”.
E direi che fra Fabrizio Fabris, Riccardo Zampagna e Lito Fazio (giusto per citarne qualcuno) male male non è andata, finora…
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