Ci sono storie che valgono la pena di essere raccontate perché possono diventare paradigmatiche per capire cosa ha significato un determinato periodo storico. Nel nostro caso, la storia che andremo a raccontare in questo numero di “DAJE MO’” è una “fotografia” di quello che era l’ambiente rossoverde negli anni ’70-’80, quando la Ternana aveva un grandissimo seguito di pubblico e tutta la città si identificava nella propria squadra. Essere tifoso delle Fere era anche uno stile di vita, ed indossare quella casacca era spesso un motivo di orgoglio per un calciatore.
L’ex-rossoverde che abbiamo incontrato infatti è un giocatore che ha fatto sognare i tifosi di quegli anni, per le sue qualità tecniche ed umane. Il suo nome? Stiamo parlando di Bruno Zanolla.
Zanolla nasce a Ruda (UD) il 23-04-1950 e cresce calcisticamente nelle giovanili della Spal nel ruolo di attaccante, società con la quale esordirà anche nei professionisti nel 1969. Dopo aver vestito diverse maglie, arriva alla Ternana nell’estate del 1975, quando la Società rossoverde era appena retrocessa dalla serie A, conquistata per la seconda volta nella stagione precedente. Ci rimarrà per due stagioni per poi trasferirsi ancora in diverse società. Farà ritorno alla Ternana nella stagione 1981-’82, quando la Ternana nel frattempo era scivolata tristemente nel campionato di serie C, ed al termine del quale si allontanerà ancora una volta, e questa volta definitivamente, dalla squadra da noi tanto amata.
Al termine della stagione 1983-’84 giocata con la Frattese in C2, il nostro appiccherà la scarpe al classico chiodo lasciando definitivamente il mondo del calcio. Oggi Zanolla vive a Monfalcone (GO).


Signor Zanolla, cominciamo da lontano: come ha cominciato a giocare a calcio?

Fin da piccolo ho sempre avuto un pallone tra i piedi, giocando dove potevo: nel cortile di casa, nella strada, ecc. I miei primi passi li ho fatti nell’Aquileia, dove avevo come compagno di squadra Gigi Del Neri, con il quale poi ho militato anche nel Foggia. Ma avendo un cugino più grande, già affermato nel mondo del calcio, Tarcisio Burgnich, che vedevo come un mito, lui mi fece fare un provino all’Inter. Però lì mi consigliarono di andare nelle giovanili della Spal, in modo da avere più possibilità di mettermi in evidenza.

Chi è stato il suo primo allenatore del calcio professionistico? Che ricordo ha di lui?

Nella formazione “De Martino” della Spal, dove giocavano le riserve, ho avuto G.B.Fabbri con il quale ebbi da subito un rapporto di vera amicizia, oltre che professionale, tanto che poi mi portò al Piacenza nella stagione 1974-’75, dove vincemmo il campionato di serie C.

Arrivò alla Ternana nell’estate del 1975. La società rossoverde era appena retrocessa dalla serie A. Che ambiente trovò?

Un ambiente che si aspettava l’immediata vittoria del campionato e il susseguente ritorno in serie A. Purtroppo però le cose non andarono come si sperava. Inoltre io ebbi subito diversi problemi di salute che mi costrinsero a rimanere fermo per un mese circa. Per fortuna poi tali timori si rivelarono infondati, tanto è vero che io, contravvenendo ai consigli dei medici, continuai ad allenarmi regolarmente da solo. Sinceramente questo mi fece pensare che fosse una mossa della Società per cercare di risparmiare sul mio contratto.

La Ternana lo acquistò dal Piacenza, con la quale aveva appena vinto il campionato di serie C. Le cronache dell’epoca raccontano che quella cessione fece andare su tutte le furie il mister della squadra emiliana, Giovan Battista Fabbri.
Che sensazione le suscitò apprendere questo fatto?

Questo episodio è verissimo, ed il Piacenza l’anno successivo retrocesse di nuovo in serie C. I miei compagni di allora, quando ci sentiamo, ancora mi dicono che con me in squadra non sarebbe accaduto, perché il gioco di G.B. Fabbri, come quello di Viciani, era un calcio tecnico e spettacolare, un po’ “all’olandese”, sempre proiettato all’attacco.
Però devo dire che io a Terni mi trovai benissimo e non ebbi nessun rimpianto per la scelta fatta.

Ironia della sorte, il suo esordio in campionato con la maglia delle Fere lo fece proprio al Liberati contro il Piacenza (2-1, il 28-09-1975) dove lei realizzò la rete della vittoria. Che sensazione le fece ritrovarsi subito contro la squadra con cui aveva militato fino a 3 mesi prima?

In quella partita mi marcava il mio amico Landini, e ancora ci scherziamo su per quel goal! Ovviamente mi fece piacere perché ero un professionista, ma contemporaneamente provai anche un pizzico di dispiacere.
Però c’è da dire che il mio esordio in rossoverde lo feci in amichevole contro il Cagliari di Gigi Riva (Ternana-Cagliari 2-1, il 21-09-1975). Una gran bella soddisfazione per me.

A Terni in quei due suoi anni di serie B ci fu un tourbillon di allenatori (Galbiati, Andreani, Fabbri e Maldini). Con chi si trovò meglio, e perché?

Sicuramente con Andreani, perché era molto preparato professionalmente, sapeva come gestire lo spogliatoio: un vero allenatore. Ho sempre rispettato le sue scelte tecniche anche quando andavo in panchina perché ti spiegava sempre le sue motivazioni.
Anche con Maldini ebbi un buon rapporto, e devo dire che era un vero “signore”, nel senso più nobile della parola.

Furono due campionati dove la Ternana si piazzò nelle parti basse della classifica. Addirittura nella stagione 1976-’77 la salvezza arrivò “all’ultimo tuffo”. Ci fu delusione da parte sua per questi risultati? Si aspettava, sinceramente, di più?

Io arrivai alla Ternana con la convinzione e la speranza di fare bene, ma le cose andarono ben diversamente. Però c’è da dire che vincere un campionato non è mai facile e che i risultati arrivano per una serie di fattori concomitanti che non sempre accadono. Onestamente non credo che fu responsabilità dei singoli giocatori, ma semplicemente le cose andarono così.

Nella stagione successiva arrivò sulla panchina rossoverde Mister Marchesi e lei venne confermato. Poi a Novembre la cessione al Barletta in serie C. Cosa accadde? E quanta delusione in questa scelta?

A questa domanda preferisco non rispondere!!!
Dico solo che fu una scelta che non mi sembrò mai chiara, e la considero la delusione più cocente della mia carriera professionistica! Devo però anche dire che a Barletta poi feci molto bene…

Poi nell’estate del 1981, dopo diversi cambi di casacche, il ritorno in rossoverde. Quali furono i motivi di quella scelta?

Ero al Giulianova dove, anche lì, avevo fatto molto bene nella stagione precedente, e mi prospettarono la possibilità di tornare alla Ternana. Non ci pensai un attimo: tornai con la rabbia di quello che voleva dimostrare il proprio valore!

Quella Ternana era guidata da Mister Viciani, un mito per il popolo rossoverde. Che rapporto aveva con lui?

Con lui ho avuto un buonissimo rapporto, sia in campo che fuori. Probabilmente non ero il centravanti più adatto per il suo tipo di gioco, viste le mie caratteristiche fisiche non eccezionali in quanto a resistenza, però sullo scatto e sul breve avevo notevoli capacità.
Viciani a Terni era un mito, e per me era un personaggio anche fuori dal campo, di cultura elevata, non sempre facilmente riscontrabile nel mondo del calcio.

L’anno successivo ancora un cambio di casacca. Una sua scelta, o della Società?

Ancora una volta fu una scelta della Società. Io avevo molti amici della Curva, che frequentavo regolarmente fuori dal campo, e non sarei voluto mai andare via da Terni perché ero innamorato della città e dei ternani stessi, gente semplice e alla mano.
Probabilmente tale scelta fu fatta a causa di quelle caratteristiche che Viciani avrebbe voluto dal suo centravanti e che io non potevo garantirgli.
Andando via da Terni tornai alla Spal, società nella quale ero cresciuto e giocato ad inizio carriera.

Qual è la partita in rossoverde che ricorda con più entusiasmo? E quella che invece vorrebbe assolutamente rigiocare?

Oltre a quella contro il Cagliari di cui parlavo prima, sicuramente la partita che ricordo con più emozione è quella contro il Catanzaro (Ternana-Catanzaro 1-0, l’11-04-1976). Mi marcava Maldera, un gigante di 190 cm, eppure gli feci goal di testa! Era il terzo goal che gli facevo in tre partite (lo avevo fatto anche quando militavo nel Foggia), ed ero diventato il suo vero e proprio incubo!
Per quanto riguarda la partita da rigiocare, non ce n’è una in particolare, io le vorrei rigiocare tutte quelle che abbiamo perso!

Nella sua carriera da “Fera” ha avuto come presidente, Tiberi prima e Garofoli poi. Che rapporto avevate voi calciatori?

Tiberi lo ricordo con molto piacere perché mi fu molto vicino in un momento particolare della mia vita.
Garofoli non lo ricordo molto, semplicemente perché con lui ebbi solo un rapporto di tipo professionale.

Ricorda quale fu l’avversario che gli creò maggiori problemi in campo?

Sicuramente Dolci del L.R.Vicenza. Un giocatore molto preparato ed intelligente, ed ogni volta che lo incontravo sul manto erboso, letteralmente non mi faceva mai toccare palla! Lui era veramente il mio incubo!

Con chi andava più d’accordo tra i suoi ex-compagni rossoverdi?

Devo dire che non ho mai avuto problemi con nessun compagno e sono sempre andato d’accordo un po’ con tutti. Ero molto in sintonia con Casone, ma anche con Valà, Nardin, Traini, Ratti.

Quando ora pensa a Terni, quale è la prima cosa che gli viene in mente?

Sicuramente i tifosi e alla gente di Terni in generale. Non ho mai più trovato la passione di Terni nelle altre piazze dove sono andato!

La carriera di Zanolla in rossoverde:

1975-76 (Serie B): Presenze in campionato: 35,
Goal realizzati: 11 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0

1976-77 (Serie B): Presenze in campionato: 34,
Goal realizzati: 5 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 1

1977-78 (Serie B): Presenze in campionato: 5,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 3, Goal realizzati: 0
(ceduto a Novembre)

1981-82 (Serie C1): Presenze in campionato: 31,
Goal realizzati: 10 Presenze in Coppa Italia: 6, Goal realizzati: 4

La carriera di Bruno Zanolla:
1965-68: Spal (giovanili)
1968-70: Spal presenze: 15, goal: 3
1970-71: Monfalcone presenze: 35, goal: 12
1971-72: Spal presenze: 35, goal: 19
1972-73: Foggia presenze: 17, goal: 3
1973-74: Mantova presenze: 30, goal: 12
1974-75: Piacenza presenze: 37, goal: 23
1975-77: Ternana presenze: 75, goal: 16
1977-78: Barletta presenze: 29, goal: 7
1978-79: Nocerina presenze: 20, goal: 2
1979-80: Fano presenze: 30, goal: 4
1980-81: Giulianova presenze: 30, goal: 16
1981-82: Ternana presenze: 31, goal: 10
1982: Spal presenze: 5, goal: 2
1982-83: Rende presenze: 18, goal: 4
1983-84: Frattese presenze: 30, goal: 11
Marco Barcarotti

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Sezione: Focus / Data: Gio 30 marzo 2017 alle 21:00 / Fonte: di Marco Barcarotti
Autore: Redazione TernanaNews
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