Hai più soprannomi tu che i nostri amici. Perché consideriamo un nostro amico anche te. Papu, cesarito, nano, folletto… decidi tu qual è quello che ti si addice di più. Forse te ne vai, forse no. Più facile di sì.

E’ complicato a quasi 32 anni dire di no ad una squadra che punta ad andare dritta in serie A, che magari ti offre più soldi della Ternana (anzi di sicuro, anche se non saranno quelli a farti scegliere di lasciare il rossoverde). E’ complicato dire di no in un momento in cui tutto sembra andare storto, in cui c’è addirittura qualcuno che borbotta troppo e che se la prende con te, un momento in cui gli amici con cui hai condiviso tutto il tuo rientro a Terni (Palumbo, Partipilo, Paghera e Proietti o Ferrante, visto che ci hai passato il capodanno insieme) non ci sono più. E per te queste cose contano. Conta il gruppo, conta il sentirti al centro di un progetto, conta sentire sulla pelle l’affetto.

Non è un caso che la stagione migliore della tua carriera a Terni l’hai fatta (con Breda in panchina) e con uno spogliatoio che ti faceva divertire: si ascoltava la tua musica dopo gli allenamenti, mentre Fabio Ceravolo si inventava le scenette di SuperMario Bros. 

Ora sei il capitano di questa squadra. Sei tornato a Terni in serie C, perché ti ricordavi di quell’affetto e hai rinunciato a tantissimi soldi pur di ritornare a casa. Perché così avevi definito Terni: casa. E come un fratello sei stato accolto, come il salvatore, come un raggio di sole in una giornata obiettivamente grigia. E ci hai preso per mano e ci hai riportato in B: trionfalmente.

Per la maglia della Ternana ti sei fatto male. Hai sofferto. Ti abbiamo aspettato e quando sei tornato, anche se ti mancava la brillantezza, la maggior parte della tifoseria, quella che non si inventa di criticare chiunque, ti ha aspettato. Come ora aspettiamo il gol su azione che chissà a questo punto se arriverà, con la maglia delle Fere.

Se te ne vai, forse, è perché senti che dentro di te è finito un ciclo. Noi - personalmente - non te ne faremo mai una colpa. E’ il tuo lavoro Cesar: inseguire i sogni, inseguire la tua felicità. Noi credevamo che potessi realmente trovarla qui, fino alla fine della tua carriera. Così evidentemente non è. Ma non può essere un problema.

Speravamo che quest’anno potessi salvarci, come nel 2017, con due gol ad Ascoli per una salvezza miracolosa che speriamo possa somigliare a questa.

Il tuo nome sarà sempre legato alla storia rossoverde. E niente potrà infangarlo. Né un mugugno, né un fischio, né un urlo dalla tribuna. 

Se dovessi andartene non farlo per loro, non farlo per chi ti fischia. Ma fallo per te. Per inseguire quella Serie A a cui sei arrivato, ma che non ti ha accolto. Fallo per senso di rivalsa nei confronti di quell’esperienza, non per “scappare” da chi in questo momento non ti apprezza. O fa finta di non farlo. Perché, caro Papu, se domani mattina segni una doppietta questi qui saranno i primi a venire sotto la finestra di casa tua, a pregarti di rimanere!

Quindi decidi pure, senza nessun rancore. Sappiamo già che non sarà una scelta facile. Ma a te le cose facili, non sono mai piaciute…

Sezione: Copertina / Data: Gio 04 gennaio 2024 alle 09:00
Autore: Ternananews Redazione
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